Quando l’esperienza umana perde la capacità del perdono la storia viene falsata da una continua rivendicazione e da un sentimento di inimicizia che distingue gli uomini in giusti e colpevoli, buoni e cattivi, senza più dare spazio alla possibilità di reale cambiamento. Simile visione cristallizza la storia e pone etichette prive di umanità dove le vittime, spesso, si trasformano in carnefici.

La storia può essere letta secondo una ferrea trama orizzontale e, dunque, interpretata in base ad uno schema lineare di causa-effetto, oppure può essere compresa leggendovi la tessitura del Cielo che superando le brutture umane riesce a realizzare, comunque, il disegno di bene.

Questa prospettiva non implica affatto che il male vada giustificato, bensì rivela che l’agire di Dio non si arresta e, andando oltre, trova la sua strada. Un intervento che non forza la storia prescindendo dalla complicità dell’essere umano, e che umilmente attende la risposta della creatura.

Dio tiene conto della fragilità dell’uomo e continua a fidarsi, nonostante tutto, e il suo disegno mostra come si compromette con la vicenda umana lasciandosi coinvolgere, senza riserve, nel travaglio degli ultimi.

Se la Scrittura parla di fedeltà all’Alleanza è perché traduce il fermo desiderio di Dio di restituire dignità al genere umano e, a tal fine, si china facendosi garante del patto che altrimenti l’uomo non riuscirebbe a mantenere.

La “settimana santa” ci offre una scansione di giorni liturgici che permettono di approfondire questo legame con il Cielo e la guarigione che l’Evento pasquale ha portato sulla terra. Giorni che ripercorrono i fatti culminanti la vita terrena di Gesù e che rivelano il senso di tutta la sua missione.

L’ingresso in Gerusalemme sopra un’umile cavalcatura preannuncia una regalità scevra d’apparenze e incapace di offendere, è l’ingresso di chi umile si consegna per donare tutto.

Il prezzo di trenta sicli d’argento pattuito da Giuda, e cioè il valore di uno schiavo, svela l’inganno umano e cioè la pretesa di asservire Dio ai propri progetti espansionistici.

Dio entra nella storia ma non asseconda le miopi visioni dell’umanità che vorrebbe fare a meno del Cielo, si consegna ma non permette che gli venga dato alcun prezzo, l’amore è gratuito ed è perciò che Giuda si ritroverà a mani vuote comprendendo di avere perso tutto.

Eppure i discepoli dopo la Pasqua conosceranno che c’è un oltre che può sanare ogni ferita: lo scopriranno quando, avendo fatto esperienza del loro tradimento e della loro impotenza, si consegneranno con fiducia alla misericordia del Signore.

L’evento pasquale, dunque, rivela l’intimo segreto dell’esistenza fondata sulla consegna e accoglienza, una grammatica che non scrive in termini di possesso ed esclusione ma, aprendosi alla relazione con il Cielo, scopre il linguaggio della sorpresa nel riconoscersi amati gratuitamente e della gratitudine che apre al dono senza calcoli.

È la trama dell’amicizia che Dio ha composto rendendo l’umanità capace della divinità. L’amico, infatti, dona quanto di più prezioso ha per rendere felice chi ama.