La fattoria comunitaria

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Collocata all’interno di un’antica pirriera, cava da cui furono estratti i blocchi squadrati di calcarenite per edificare i bastioni del Palazzo dei Normanni e le mura del Teatro Massimo, oggi la Fattoria comunitaria mostra plasticamente come il processo di rigenerazione urbana che sta coinvolgendo l’intero Rione, sta valorizzando il paesaggio e l’ambiente attraverso il coinvolgimento della gente del luogo e di tanti che hanno fatto di Danisinni la loro seconda casa.

La Fattoria di Danisinni

infatti, rappresenta un contesto di accoglienza ossia di inclusione sociale in cui ciascuno può trovare il suo spazio di partecipazione già visitando i luoghi, aderendo alle varie proposte settimanali come laboratori o eventi, oppure adoperandosi per la cura e la coltivazione dell’ambiente.

Nata nel 2016 la fattoria ha visto inizialmente la piantumazione del giardino biblico e l’accoglienza del primo animale, Tobia, un asino amiatino che è stato scelto dalla Città quale simbolo della “festa dell’Onestà”

Partire dagli alberi

che hanno segnato, nei secoli, la storia biblica ha avuto un grande valore simbolico proprio perchè loro sono stati i testimoni muti dello scorrere dei tempi in un luogo ove ha avuto origine la nostra civiltà e radice la spiritualità cristiana. Essi rappresentano il riparo e il dono del Creatore che attraverso il creato continua a prendersi cura dell’umanità.

Il giardino biblico, pertanto, ha inteso esprimere uno spazio di sosta per contemplare l’ambiente o per darsi alla lettura e così meditare il patrimonio culturale che ci è stato trasmesso da chi ci ha preceduti. L’adozione di Tobia ha avviato un percorso di cura e di responsabilizzazione dando valore alla relazione con i diversi animali che, man mano, sono stati ospitati nella fattoria partendo dal rispetto, dall’ascolto e dall’empatia, quali aspetti centrali nella interazione con l’altro.

La Fattoria oggi

rappresenta un ambiente in cui “ci si sporca le mani”, attraverso la coltivazione l’allevamento, la cucina, il gioco, o la costruzione dei ricoveri, delle fioriere, delle panche e la pittura.

Lo spazio è stato diviso in quattro aree per facilitare i percorsi di espressione e i diversi interessi. Il giardino biblico ha accolto al suo interno la coltivazione di ortaggi di stagione che quotidianamente vede all’opera parrocchiani della Comunità Sant’Agnese ed ex detenuti in reinserimento sociale; l’area ludica trova nel parco giochi uno spazio vitale per i piccini e le loro famiglie, lì si offre anche un riparo per consumare un pasto periodicamente preparato dai volontari della fattoria; un terzo ambiente riguarda i ricoveri e le attività rivolte agli animali e alla loro cura, si tratta di un luogo di stupore in cui è possibile trovare un agnellino appena nato o ammirare le penne variopinte delle galline ornamentali; in ultimo in fattoria troviamo il tendone creativo, al suo interno tutti i giorni si snodano le varie attività laboratoriali per i piccoli che vanno dall’arte circense al teatro, dal karate alla lotta greco-romana, dai laboratori di manipolazione a quelli di pittura. Al suo interno, inoltre, periodicamente vengono organizzati eventi, spettacoli o momenti di riflessione comunitaria.

Nel perimetro della fattoria, come ad indicare che i confini non sono fatti per escludere ma per accogliere e condividere, troviamo un percorso in itinere che vede murales realizzati da artisti provenienti da ogni parte del mondo e bancali di permacultura in cui vengono armonizzate le condizioni ambientali e i bisogni del territorio. La bellezza artistica unita alla fecondità di un ambiente custodito e non ferito dalle coltivazioni intensive, fa da cornice di riferimento al mondo che quotidianamente abita la fattoria di Danisinni. In particolare il murales, sulla parete esterna dell’abside della chiesa Sant’Agnese, rappresenta una significativa scena di vita familiare che si affaccia sulla fattoria.

È raffigurata una coppia con un pane spezzato, segno della condivisione e della comunione. È il frutto del lavoro della gente che fa della propria storia un’offerta e non un possesso da difendere e che scopre, con sorpresa, tale dono restituito quale cibo che lega il Cielo e la terra. Riconosciamo in questa immagine la sintesi di un percorso che fa della esistenza personale una vita di comunione, l’unica che dà senso e valore ai nostri giorni. La Fattoria comunitaria, proprio così, con l’opera di tanti desidera condividere e raccontare un tempo di comunione.