Tale prospettiva ha trovato nei limiti un punto di forza per rimanere umani e, di conseguenza, per promuovere benessere ed integrazione. Si pensi, ad esempio, all’assenza di vie di transito nel Rione, alle competenze creative dettate dalla mancanza di istruzione dottrinale, al sistema familiare ramificato in tutto il territorio, alla piazza quale luogo di accudimento condiviso e frequentato dai numerosi bambini. Anche l’assenza di realtà commerciali, così come dei flussi della movida, è rientrata in un quadro di lettura che apre ad una progettazione inedita che trasgredisce il pensiero peculiare della società dei consumi. Significa andare oltre l’evidenza del calcolo prevedibile, e cioè oltre la ricerca di un processo lineare che dimostri gli effetti a partire dalla individuazione delle cause. La nostra visione, condivisa con i “Nativi Digitali 1×1”, riconosce che ciascuno ha un valore che esula dalla computazione numerica, e dà importanza a ciò che altrimenti verrebbe etichettato come “scarto”, “improduttivo” o “inutile”. Crediamo che liberarsi da un ferreo conteggio di probabilità introducendo la variabile inedita della non misurabilità della storia di ogni essere umano, è la via maestra per favorire l’espressione di una Danisinni resiliente e cioè capace non solo di ammortizzare le crisi ma di trasformare gli eventi in occasioni di evoluzione e di apprendimento per ridefinire il cammino. La Comunità di Danisinni, infatti, è quotidianamente abituata alla precarietà e ha maturato una riflessione per non rimanere sul piano dell’urgenza che, altrimenti, schiaccerebbe in un “qui e ora” privo di visione trasformativa per il futuro e continuamente affidata ad interventi emergenziali senza continuità storica e progettualità di sviluppo.