Era il 2013 quando, con un’opera segno, la Comunità di Danisinni avviava il processo di rigenerazione urbana che negli anni avrebbe restituito bellezza allo storico rione e valore alla popolazione locale che portava il peso di uno stigma sociale frutto di pregiudizi e processi di marginalizzazione sempre più grave.

Lo scavo di un biostagno nel giardino attiguo al plesso dell’Asilo Nido chiuso dal 2007 esprimeva una provocazione, era necessario andare oltre le apparenze e fare emergere il volto nascosto di Danisinni da riscoprire quale risorsa per tutta Palermo. Nell’arco di un mese le acque del fiume Papireto, che ancora oggi scorre nel sottosuolo, erano tornate ad essere visibili all’interno del biostagno circondato dai papiri piantumati dai bambini della piazza.

Un gesto che intendeva recuperare anche le radici arabe di Danisinni da troppo tempo dimenticate e che fino a quel momento non erano state riconosciute neppure da chi si occupava di definire l’itinerario UNESCO. Contestualmente la Comunità riqualificava una vecchia casa ricevuta in dono e nel 2014 inaugurava la biblioteca di quartiere per dare una fattiva opportunità ai minori che desideravano formarsi per esprimere in pienezza il proprio progetto di vita. La biblioteca, dunque, veniva a costituire il primo plesso di quello che nel 2021 sarebbe diventato il Cortile del Buon Samaritano, spazio riqualificato per il bene comune e che oggi si compone di un poliambulatorio, una residenza d’artista e per le emergenze sociali, una sala polivalente funzionale alle diverse proposte della Comunità. Al suo interno viene anche accolto il Museo Sociale Danisinni nato nel maggio 2018 dopo la conclusione del progetto artistico partecipativo “Rambla Papireto” promosso dall’Accademia delle Belle Arti insieme a diverse realtà sociali della Comunità di Danisinni e di altre aree della Città.

Il processo generativo nel 2015 si è arricchito di due spazi di fondamentale importanza: un terreno attiguo alla chiesa ricevuto in comodato d’uso gratuito dalla famiglia La Ciura e un complesso di case donate dalla famiglia Carella alla Parrocchia. Nell’arco di qualche anno grazie al quotidiano lavoro degli operatori parrocchiali e dei volontari del rione sono nate la Fattoria comunitaria e il Borgo sociale condiviso, luoghi di cura e di bellezza per quanti ogni giorno vi vengono ospitati. L’intero processo a principio è stato supervisionato dall’Associazione Sviluppo Territoriale Sostenibile e lo slogan scelto per il percorso rigenerativo D.A.R.E. (Danisinni – Arte – Rigenerazione – Eco-sostenibilità) era “Il Rione accoglie la Città”. Si intuiva, fin dall’inizio, che la chiave di volta per mutare l’assetto marginalizzante del territorio era quella di accogliere Palermo dentro e, al contempo, portare Danisinni fuori i marcati confini geofisici attraverso un processo di interscambio e contaminazione culturale. L’arte murale, quella circense, i concerti, il teatro e le opere liriche così come le storiche rappresentazioni sceniche degli eventi evangelici, hanno contribuito al percorso generativo che insieme a manifestazioni occasionali ha inteso dare continuità per mezzo dei laboratori che hanno continuato ad intrecciarsi negli spazi della Comunità.

Conservare il patrimonio storico preservandolo dalla speculazione utilitaristica e facendolo emergere dal degrado, è stata la grande sfida che negli ultimi dieci anni ha mosso la Comunità nel continuare ad agire per fronteggiare l’emergenza sociale dando ascolto alle problematiche legate alla precarietà esistenziale del quartiere e, al contempo, a riqualificare gli spazi creando luoghi di cura e di bellezza per riconoscere e coltivare il diritto al futuro, alla dignità lavorativa ed abitativa, e così contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica che segna gravemente la fragilità del territorio. La cabina di regia del processo viene coordinata sinergicamente dalla Comunità di Danisinni ETS che si occupa della parte progettuale e di garantire i beni strumentali, dalla Parrocchia Sant’Agnese V.M. che garantisce la visione etica del percorso comunitario, dalla Associazione Insieme per Danisinni APS quale storico braccio operativo della Parrocchia ed espressione della solidarietà nel territorio e che si occupa anche di alcune azioni più strettamente legate alla pastorale sociale come la gestione della Fattoria comunitaria e del Centro sociale Crescere a Danisinni. La Rigenerazione di Danisinni, dunque, passa per un processo partecipativo di valorizzazione del patrimonio paesaggistico e storico culturale che viene colto come il principale bene comune per lo sviluppo sostenibile e la crescita umana secondo valori di giustizia e di prossimità. Non è possibile generare se ci si adatta alla normalizzazione delle brutture che attraversano la città a partire dall’assenza di raccolta differenziata e di pulizia, dalla mancata manutenzione di strade e marciapiedi e dall’assenza di arredo urbano. È per questo che la Comunità si è rifiutata di subire passivamente la trasformazione del giardino della piazza in una discarica a cielo aperto, il disfacimento dell’Asilo Nido o l’abbandono del terreno attiguo alla chiesa. La Comunità si è fatta carico di denunciare le responsabilità dell’Amministrazione pubblica chiedendo il recupero del polo materno infanzia ristrutturando l’Asilo il cui abbandono aveva già provocato una graduale espansione edilizia su tutta la piazza senza criterio alcuno. La demolizione dello stesso, inoltre, avrebbe segnato un processo di implosione del quartiere che sarebbe stato soffocato dall’incuria e dal degrado ambientale. Se oggi si è aperto il cantiere di ristrutturazione dell’Asilo è perché, con le agenzie educative del territorio e in particolare il Centro Tau, la Comunità ha costituito un comitato civico facendosi carico anche di sponsorizzare la progettazione per l’adeguamento antisismico i cui costi sono stati sostenuti grazie al contributo di Fondazione Con il Sud, Fondazione Peppino Vismara, Fondazione Sicilia, Fondazione Piano Terra e Save The Children. Il processo di rigenerazione, ancora, ha trasformato un fondo abbandonato in una Fattoria comunitaria dove molteplici realtà si intrecciano e gli operatori dell’Associazione Insieme per Danisinni APS e i volontari della Parrocchia ogni giorno si adoperano per garantire la cura degli animali, dell’orto sociale e degli spazi comuni.

O, ancora, è stato riqualificato un antico Borgo attraverso il cospicuo contributo di Fondazione Azimut  e oggi ospita al suo interno diverse attività a beneficio dei bambini e un’area di accoglienza per il turismo sociale. La sfida più grande rimane quella della riqualificazione della piazza che anche attraverso la riapertura dell’Asilo potrà tornare ad essere un luogo accogliente e carico di saperi da condividere. Il processo, dunque, potrà dirsi pienamente attivato quando i cittadini valorizzando l’identità locale proporranno attività di accoglienza, ristorazione, artigianato, spazi di confronto e coprogettazione, secondo la vocazione propria del luogo. Quando nel 2019 è partita l’esperienza dell’home restaurant e le famiglie della piazza hanno iniziato ad accogliere i turisti a pranzo, la sperimentazione è stata possibile perché si è valorizzata la sicilianità quale identità culturale da condividere ed è questa visione a favorire il processo rigenerativo che attiva e coinvolge tutto il territorio. L’obiettivo successivo sarà quello di restituire valore al patrimonio materiale e immateriale, alle tradizioni e ai saperi locali, avviando itinerari turistici guidati recuperando la storia di Danisinni, i luoghi significativi, le arti e l’artigianato. È perciò che si sta mettendo a sistema tutta una serie di mansioni che vanno dalla cucina alle erbe aromatiche, dalla ceramica ai manufatti, per creare microeconomia e attrattive rivolte a tutta Palermo. Il sogno è di vedere nascere botteghe, laboratori, officine creative e spazi di coprogettazione secondo un criterio di ecosostenibilità. Il processo di valorizzazione partecipativo è la vera garanzia del percorso di rigenerazione Danisinni e sarà la continuità nel tempo a dare riconoscimento e validità a quanto prospettato. Il Villaggio Circolare, ultimo progetto in cantiere, permetterà di ampliare l’accessibilità e di offrire ulteriori beni strumentali a favore delle microimprese e spazi di sinergia per maturare un pensiero originale e condiviso. Rimanere in ascolto del territorio permetterà, dunque, di definire la direzione di questa ulteriore azione.